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AVETE MAI CORSO UNA TAPPA DI COPPA DEL MONDO DI VERTICAL RACE?

12 Maggio 2018  By Laura Palluello
4


No? Nemmeno io! Infatti ho camminato!
Per raggiungere un obbiettivo pazzesco occorre una certa dose di follia, e una serie di eventi che si verifichino in una particolare sequenza temporale ed emotiva.

A me è successo, a partire da un anno fa.
  • È successo di iniziare a scrivere su Vertige delle mie passioni, e trovare così la forza per parlare di me stessa, e.. “sollevare il velo e raccontarvi veramente non l’immagine vincente che la gente prova a vendere di sé (cit. J.Ax)”…
  • È successo che qualcuno, pochi o tanti, abbia letto di queste passioni, e abbia seguito, raccontato o condiviso le proprie, e mi abbia dato così la forza e l’entusiasmo per continuare a scrivere e a condividere le mie esperienze.
  • È successo di essere stata contattata da un brand prestigioso come Dynafit per partecipare ad un progetto che ad ottobre scorso mi ha catapultata da neofita nel mondo dello Skyrunning e delle Vertical Race (gare di 3 o 4km per minimo 1000mt di dislivello, quindi corse su tragitti quasi verticali).
  • È successo poi di aver fatto un disastro alla mia prima gara nel VK World Circuit (Circuito di Vertical Race di coppa del mondo), la Limone Extreme, ma di venire folgorata da questo sport e volerci provare seriamente.
  • È successo di aver incontrato una persona che abbia accettato di aiutarmi in questo folle sogno.
  • È successo di aver avuto la testardaggine e la follia di partecipare ad un paio di gare invernali che mi hanno preparato a tutto questo, nonostante le ansie, i dubbi e le difficoltà che succedono, credo, a tutti noi.

È successo infine di avere l’occasione di testare le nuove Dynafit Ultra Pro, e che io le abbia trovate talmente comode (anche più delle Alpine Pro, la pianta larga è perfetta per la forma del mio piede “a paperella”)  da correrci un sacco di chilometri e di metri di dislivello.

E allora? Allora la voglia di riprovarci è stata troppo forte.

Così ho affrontato nuovamente il VK World Circuit, che mi aveva battezzato a Limone sul Garda con una bella batosta, calpestando i sentieri della Trentapassi Skyrace and Vertical.

La Trenta Passi Vertical Race è una gara mooolto particolare.

Rispetto alla Limone Extreme Vertical, per l’appunto la mia prima gara affrontata con fatica, (tappa del circuito di coppa del mondo di vertical race, di cui racconto in questo articolo),  la Trenta Passi Vertical Race è più complessa, e la racconterò tramite le mie emozioni.

Innanzi tutto parte con 2km di corsa su strada a velocità prestabilita… e purtroppo prestabilita secondo ritmi non miei, per cui la cosiddetta corsa lenta controllata corrisponde alla mia corsa velocissssssima.

Quante volte ho imprecato correndo al parco dietro casa facendo allenamenti che mi pesavano sulle gambe e sul fiato, e tutte le volte segnavano un fallimento, perché non stavo dentro i tempi, perché avevo dolori al torace, perché pensavo “non ce la farò mai”. Quando prima della gara ho realizzato i 2km di corsa e il tipo di salita che mi aspettavano ho avuto paura. Paura di stare male come alla prima gara di Limone, di avere dolori alle gambe e al torace, di sentirmi mancare il fiato. Tanta paura da dire alle mie amiche che erano lì con me: io non parto!

E invece, grazie anche al loro sostegno, son partita. E quei km li ho fatti, e bene. E in quel momento ho ringraziato mentalmente il mio coach con tutto il cuore, per tutti quegli schifosissimi allenamenti che tanto ho odiato, ma che mi hanno letteralmente salvato il didietro.

Poi iniziano 3,5 km di ascesa vertiginosa su una lunga cresta che porta alla ripidissima salita finale, spettacolari…ma la vera sorpresa è stata la seconda metà di gara: è per la maggior parte in arrampicata su sassi e rocce o agevolata con cordini e catena. È una vera camminata alle porte del cielo. Lenta, tecnica, richiede lucidità mentale oltre che energia e forza.
Quando ho visto le rocce è stata gioia. Inaspettata. Io so arrampicare! Non vado veloce, ma arrampico! In quel momento ho capito che sarebbe avvenuta la svolta. Ho iniziato a mettere le mani sulla roccia, il cuore ha rallentato i battiti, destra, sinistra e su. Lo faccio sempre in palestra! Sinistra, destra e di lato. Uno, due, tre. Il mio ritmo, il ritmo del mio cuore, il ritmo delle mie emozioni.
Non esistono cose impossibili, esistono cose difficili, ma affrontabili.
Ognuno di noi ha, dentro di sè, una particolarità, un dono, un talento. E può venirci in aiuto nelle situazioni più impensabili. E grazie a quel talento, si può arrivare a traguardi incredibili.

E come è andata alla fine?

Come da aspettative parto ultima, faccio conoscenza con la scopa (personale di gara che chiude il gruppo), e mi appresto a perseguire il mio personale, ma non per questo meno di valore, obbiettivo, ovvero arrivare sì ultima come alla gara di Limone, ma senza farmi staccare dal gruppo, come invece là era successo.
E invece, muro dopo muro, sasso dopo sasso, ne passo uno, poi due e tre, poi sei. Quando ho dovuto, mio malgrado, salutare la scopa, un ragazzo simpatico, mi è sembrato irreale, oddio ma veramente? Ebbene si, Laura, guarda avanti e sorridi, che sei solo all’inizio del viaggio!
Arrivare in cima è stata una sfida, soprattutto mentale, a non voler mollare. La salita e il caldo ne hanno scoraggiati parecchi, circa uno su cinque, e più di una volta son stata sul punto di ritirarmi anche io.
Ma la roccia mi ha aiutato, la mia passione e il mio cuore mi hanno portato su, ho liberato la mente dai pensieri, sgombrato il cervello, e non mi sono fermata fino al traguardo, su cima Trentapassi.
Un traguardo che ha dell’incredibile per una mamma che si allena massimo 3 volte a settimana, che dedica la vita al lavoro e a suo figlio, che è sempre stanca e che ha paura di non essere mai abbastanza.
Un traguardo da tappa di coppa del mondo.

Un traguardo che nonostante tutto può essere reale, anche per quelli come me!

Sicuramente la differenza tra questa e la mia prima esperienza è in gran parte data dall’allenamento serio che ho iniziato, e che gara dopo gara sta dando i suoi frutti, e mi sta letteralmente trasformando, non solo fisicamente, quella è poca cosa, ma soprattutto di testa. Ed è un allenamento basato sulle mie reali possibilità, sui miei tempi risicati, su quel che riesco e posso fare.
Non sarò mai un extraterrestre tra i primi, ma non sarò più nemmeno ultima dopo gli ultimi.
E la felicità di arrivare lassù, è inspiegabile.
Credit Foto Uff Stampa Trentapassi
Credit Foto Fabrizio Sina PH
skyraceskyrunningtrail runningvertical race
Evento Muoviti Skyrunning Vertical Running


Laura Palluello
Laura Palluello
Imprigionata in una grigia città dove faccio la web designer, scappo ogni volta che è possibile verso il mio personale paradiso. Le Dolomiti. Profondo amore. Gli sport di montagna sono la mia catarsi, e hanno segnato la mia rinascita a seconda vita dopo un momento di estrema difficoltà. Scio per sentirmi libera, arrampico per avvicinarmi alle stelle e corro perchè sono il vento. Qualsiasi cosa faccia, comunque, la faccio in salita. E ogni cima conquistata, è uno step del cammino verso i miei sogni, il più grande dei quali è vivere finalmente dove si trova la mia heimat, la casa dell'anima, senza dover risicare il tempo tra un viaggio e l'altro.




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4 Comments
Avatar
Giancarlo
on13 May 2018

Reply


Complimenti Laura! Corsa non facile da interpretare e dosare le energie era fondamentale.
Felice di averti tenuto compagnia per qualche km.

    Laura Palluello
    Laura Palluello
    on14 May 2018

    Reply


    Giancarlo ciaoo! Sei citato anche tu nell’articolo hai visto?? 🙂 Felice anche io di aver percorso insieme i primi km! No, non è per nulla facile come gara, rispetto a quelle (poche) che ho fatto è tutto un altro universo, comunque meravigliosa!

Avatar
MELa
on14 May 2018

Reply


Vai Laura, avanti così!!!

    Laura Palluello
    Laura Palluello
    on14 May 2018

    Reply


    Grazieeeee!!! <3 farò del mio meglio, sempre con il panico pregara ovviamente 🙂



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