Non sono nuova a parlare di zaini. E c’è un motivo: sono la parte fondamentale della mia attrezzatura.
Già in questo articolo avevo specificato come per me nello scialpinismo (e non solo) lo zaino sia vitale, e possa salvarti in più di un’occasione.
ATTREZZATURA DA SCIALPINISMO: LA SCELTA DELLO ZAINO
Chiariamo subito: non sono un tipo ordinato. Neanche un po’ proprio. Ma non riesco a spiegarmi per quale meccanismo mentale adoro avere a disposizione tasche e scomparti per sistemare in modo preciso tutto quel che mi serve.
In realtà non è un semplice vezzo, ma un’esigenza pratica di poter disporre del materiale nel momento esatto in cui ne ho bisogno. In questi anni di escursioni ho imparato i tempi e i momenti in cui ho bisogno i guanti, i fazzoletti (praticamente di continuo), l’acqua, il cambio prima della discesa, il sacchetto per riporre le pelli, la fettuccia per tenere gli sci appesi allo zaino e gli sci, per l’appunto.
E dispongo tutto meticolosamente nel mio zaino secondo una logica funzionale.
Ne ho provati parecchi di zaini, e ultimamente mi affidavo ad un superleggero abbastanza capiente e comodo, ma con pochi scomparti rispetto alle mie esigenze.
Poi è arrivata Tatiana (giornalista e blogger che mi ha offerto di testare questo prodotto Osprey). E questo ha cambiato la situazione.
Punti di forza dello zaino da scialpinismo Sopris 30
Appena l’ho visto ho pensato subito che fosse bello leggero e un sacco capiente, e dato che i miei giri turistici con gli sci ai piedi sono discretamente lunghi, ho bisogno di poter caricare sulle spalle tutto ciò che mi serve.
Ma prima di utilizzarlo sul campo non riesco mai del tutto a capire se l’organizzazione interna faccia al caso mio.
La prima prova è stata su un percorso breve, conosciuto e semplice, ho portato il minimo indispensabile per trovare la disposizione migliore. Col tempo poi ho aumentato le distanze e la quantità di materiale trasportata.
Il punto di forza di questo zaino sono sicuramente le tasche, e l’estrema raggiungibilità di tutti gli scomparti con il minimo sforzo, che in condizioni non ottimali è fondamentale.
Lo scomparto principale è il più spazioso, l’ho utilizzato da subito per l’abbigliamento. Si apre completamente sulla schiena, e contiene senza problemi un cambio completo più giacca, guanti, cappello, maschera e tutto ciò che serve per la discesa (e avere i vestiti a contatto con la schiena permette, ho scoperto, di tenerli belli caldi). In più io aggiungo anche le pelli, mettendole nel loro sacchetto al ritorno in caso siano molto bagnate. Sullo schienale interno è posizionata inoltre una taschina per soldi e documenti.
La tasca invece che più utilizzo è quella superiore: comodissima, larga e non troppo profonda, contiene tutto quello che serve a portata di mano: guanti leggeri per la salita, fascetta per legare gli sci, occhiali, nastro americano, fazzoletti.
Infine la parte anteriore: comodi scomparti per pala e sonda, io aggiungo anche cibo, acqua e i bastoncini chiusi.
All’esterno dello zaino si appendono gli sci, uno per lato o di traverso, e il casco, grazie alla retina estraibile.
Punto di debolezza relativamente al mio utilizzo.
Come ogni test che si rispetti, è normale trovare qualche piccolo difetto rispetto al generale gradimento del prodotto, anche perchè siamo tutte persone diverse con abitudini ed esigenze differenti, ed è fisiologico che qualche particolare non ci soddisfi completamente.
Io per esempio non riesco a gestire la tasca interna porta borraccia, posizionata nello scomparto principale con apertura sulla schiena: questo comporta, ogni volta che si vuole bere, di dover togliere completamente lo zaino, aprirlo sulla schiena ed estrarre la borraccia, che può essere un gesto semplice in un posto pianeggiante o avendo spazio a disposizione, diventa più arduo se si è in pendenza e magari in bilico. Io ho preferito infilarla nella tasca anteriore, vicino all’apertura a zip: in questo modo riesco a girare lo zaino tenendolo su una spalla e prendere la borraccia senza toglierlo nè appoggiarlo, anche in posti non esattamente comodi, fondamentale se come me si ha spesso necessità di bere. La tasca interna la tengo per la borraccia di riserva.
C’è anche la predisposizione per la sacca per l’idratazione (non inclusa), che si appende sempre nello scomparto vicino alla schiena e fa uscire la cannuccia da sotto la spallina. Non l’ho ancora testata, anche perchè il mio inverno è stato piuttosto rigido fino all’ultima uscita di due settimane fa, e l’acqua nonostante sia vicino al corpo e protetta dalla spallina dello zaino rischia sempre di ghiacciarsi in caso rimanga troppo a lungo nella cannuccia. A mio avviso è sempre importante avere un accesso comodo a una borraccia d’acqua.
E infine, un suggerimento bonario e scherzoso a tutti i produttori di zaini da scialpinismo, da trail, da trekking, da parte di chi fa un sacco di foto e video durante il percorso, e lavora con il web e i social: la tasca piccolina, posizionata sulla cintura, deve essere almeno a misura di smartphone! Che tutto il resto è secondario! 🙂
! – Grazie Osprey
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