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LO YOGA INCONTRA LA POLE DANCE

17 Marzo 2016  By Alessia Baretta
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“Tranquilla, chi fa yoga di solito non ama la pole dance!”, è stata la premessa alla mia primissima lezione di pole dance.

Io non mi sono lasciata intimorire, ero curiosa, eccitata e felice di essere finalmente con Valentina a provare la sua passione.

Alla fine della lezione, ho capito che le sue previsioni erano corrette, ossia che chi è abituato a fare yoga difficilmente lo lascerebbe per fare pole dance (e probabilmente vale il viceversa), ma non per questo non si possono provare entrambe le cose! È stata davvero un’esperienza interessantissima per espandere le percezioni che ho su di me e sul mio corpo. Ed ecco alcune riflessioni scaturite da quella lezione:

1) Lo yoga, a mio avviso, aiuta ad acquisire una buona consapevolezza del proprio corpo, una “intelligenza corporea” grazie alla quale riusciamo ad “osservare internamente” ogni parte del corpo e sapere cosa sta facendo in ogni momento, ci sentiamo “proprietari” del nostro corpo e lo coordiniamo nei movimenti senza fare troppa fatica a pensare per esempio a quale sia la destra o la sinistra, in qualunque posizione ci troviamo: di torsione, equilibrio, o a testa in giù. Per questo motivo penso che lo yoga possa essere un ottimo training “psico-motorio” per tutte le altre discipline e sport.

Però, nonostante la mia convinzione di avere una buona coordinazione, nel mio primo approccio alla pole mi sono sentita completamente scoordinata! La novità era il muoversi attorno ad un punto di riferimento esterno al corpo, entrare in contatto con un oggetto estraneo (il palo) che deve diventare un’estensione di te e il tuo vero centro. E poi il girare continuamente su se stessi fa perdere abbastanza il senso dell’orientamento!

2) Nello yoga, anche nelle sequenze dinamiche, ci sono “regole” di movimenti e allineamenti abbastanza rigorose, in cui il corpo può fluire liberamente entro schemi posturali ben definiti ma senza troppi virtuosismi artistici.

Nella pole c’è un aspetto più “danzato” che mi ha riportata indietro nel tempo a tutti gli anni in cui ho fatto danza. Se si è un pò allenati (e ahimè non era il mio caso), credo che la pole dance possa davvero tirare fuori l’aspetto espressivo e artistico in esibizioni mozzafiato!

3) Nello yoga non bisognerebbe mai provare dolore. Quando si approfondiscono le posizioni, bisognerebbe sempre arrivare a quel limite tra sforzo e dolore, ma senza superarlo, cercando invece di sciogliere sempre più le tensioni attraverso il respiro. E preferibilmente non bisognerebbe essere ammaccati il giorno dopo!

Nella pole dance a volte il dolore è un passo necessario, soprattutto per chi, come me, di forza muscolare non ne ha molta, e reggere il proprio peso con le braccia diventa un’impresa titanica!

 

Nonostante le differenze tra queste due discipline, io e Valentina abbiamo trovato molti punti in comune sull’insegnamento e sull’importanza di dare indicazioni corrette e comprensibili agli allievi per far prendere confidenza con il proprio corpo e acquisire padronanza dei movimenti.

Alla fine, quello che ho capito e continuo a sperimentare nella mia vita, è che qualunque attività fisica, sia essa yoga, pole dance o qualsiasi altra disciplina, è semplicemente una via per farci provare emozioni, attraverso il corpo.

yoga e pole dance
Muoviti Pole Dance Yoga


Alessia Baretta
Alessia Baretta
Alessia Baretta, 30 anni, vive a Milano, è Dottore di Ricerca in Bioingegneria e pratica yoga da più di 10 anni. È insegnante di Yoga certificata CSEN e insegna Hatha Yoga presso l'Istituto di Psicosomatica Integrata. A Ottobre 2014 ha ultimato il percorso di Dottorato di Ricerca in Bioingegneria al Politecnico di Milano, focalizzato sulla biomeccanica del sistema cardiovascolare. Attualmente lavora in una startup e si occupa di progetti di ricerca in ambito biomedicale e farmaceutico. È sempre in cerca di nuove ispirazioni e chiavi di lettura per imparare a conoscere il linguaggio del corpo e le sue interazioni con la mente e le emozioni.






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